Quest’opera nasce da una mia riflessione riguardo le possibilità d’interpretazione del tempo di un ricordo.
Nell’anno 2010 e nuovamente quest’anno, ho chiesto a sei narratrici di raccontarmi il loro viaggio di nozze con il desiderio d’intraprendere un percorso a ritroso nella memoria di uno dei momenti più cari della vita di una donna.
La mia macchina da scrivere aveva perso l’inchiostro per cui con l’ausilio della carta carbone, pur non vedendo ciò che scrivevo, provai a trascrivere tutto ciò che ascoltavo.
Fu così che eliminando le parole mi apparve improvvisamente ciò che stavo cercando ovvero il tempo perduto della memoria. Partendo dal bianco per ritrovare il bianco, questo lavoro indaga le potenzialità della scrittura al fine di restituire la delicatezza e l’intimità del silenzio fra le parole, quei momenti di pausa di cui è difficile parlare poiché celati nello “spazio-tempo di un ricordo fragile”.